I ricordi di Fidia
Quello che segue è il memoriale, scritto in terza persona, di
Fidia Discepoli, di Giuseppe, classe 1893, Sotto Brigadiere, 7° Battaglione Regia Finanza
MEMORIALE
Il Sotto Brigadiere di Finanza Discepoli Fidia durante la campagna in corso potè distinguersi nelle azioni seguenti:
Malga Campo
Nell’aprile 1916, essendo aggregato in qualità di skiatore al 32° e 84° Reggimento Fanteria, con ricognizioni eseguite su terreno che si riteneva occupato dal nemico, riuscì a dare informazioni tali che permisero di fare avanzare l’intera linea di combattimento di circa un chilometro e cioè fino al Sasso Rosso.
Sasso Rosso
Nel mese stesso, trovandosi in ricognizione al comando di tre skiatori, ed essendosi spinto a notevole distanza dalla prima linea, per poter catturare un pattuglia di skiatori nemici che aveva visto discendere dalle pendici del Monte Collo si trovò ad un tratto circondato da forze preponderanti. Anziché rendersi prigioniero, preferì gettarsi coi suoi uomini da una roccia, in un prospiciente burrone.
Due degli skiatori rimasero uccisi sul colpo ed egli restò tramortito ai piedi della roccia. Lo skiatore rimasto incolume (Guardia di Finanza Fiorini Gregorio del 7° Battaglione della R. Guardia di Finanza, 17° Comp.) chiesti aiuti lo trasse a salvamento.
Monte Collo 15 - 20 maggio 1916
Il 15 maggio1916, all’inizio dell’avanzata austriaca, era aggregato al 222° Regg. Fanteria ed in qualità di skiatore, faceva parte del nucleo esploratori del Regg. Stesso.
All’inizio dell’azione nemica erano state lasciate a proteggere il reggimento ed a difendere la prima linea, ai lati due compagnie ed al centro il nucleo esploratori comandato dal Capitano Gemelli sig. Cesare. Questi rimase colpito al fianco destro da una pietra e si trovò quindi nell’impossibilità di dirigere l’azione e dei due sottotenenti facenti parte del reparto, uno fu subito ucciso, l’altro fu ferito, dimodochè il il Discepoli dovette prendere il comando del nucleo.
Nella notte del 15 le due compagnie delle ali, giudicata insostenibile la posizione contro i cinque battaglioni austriaci che la premevano muovendo all’assalto, retrocedettero abbandonandola, cosicchè, all’alba, il Discepoli si accorse di essere rimasto isolato contro le preponderanti forze nemiche.
Pur giudicando disperata la posizione dell’esiguo reparto comandato (145 uomini) egli non si perdette di animo, rettificò la posizione e, appoggiato sulla sinistra da una mitragliatrice, al comando del Sotto Brigadiere di Finanza Solimas Pietro, pur esso del 7° Battaglione, si preparò a impedire a qualunque costo l’avanzata del nemico.
Ed infatti, coadiuvato dal suo coraggioso collega e dai valorosi suoi soldati, riuscì ad impedire ogni tentativo di approccio del nemico durante tutto il giorno sedici, prima con nutrito fuoco di fucileria, poscia col lancio di bombe a mano personalmente eseguito. Durante l’azione protrattasi sino al 20 maggio, essendo rimasto il reparto privo di munizioni e non essendo pervenuti rifornimenti, rigettò il nemico con continui contrattacchi alla baionetta (dai 25 ai 30), tanto che quando giunsero i desiderati aiuti, il nucleo era rimasto nelle primitive posizini e poteva consegnare 180 prigionieri. E’ da porre in rilievo che il nucleo esploratori era costituito da 148 uomini, compresi gli ufficiali e che al termine dell’azione ne aveva soli 36 incolumi, di cui non pochi addetti a servizi di corvè.
(Per l’azione di Monte Collo, il Sotto Brigadiere Discepoli fu proposto dal Comando del 222° Regg. Fanteria per la promozione a Sottotenente effettivo, per merito straordinario di Guerra. Il 12 ottobre 1917 il Comando Supremo lo nomina Sottotenente con anzianità del 17 maggio 1916)
Ritirata di Monte Collo
Il 21 maggio, avendo il 221° Regg. Fanteria dato il cambio al 222°, il Sotto Brigadiere Discepoli, fu comandato, per ordine del comando della Brigata, a rimanere aggregato al nuovo reggimento, sempre in trincea di prima linea e nella medesima posizione.
Sopravvenuta la ritirata, ebbe l’incarico di bruciare i baraccamenti contenenti i rifornimenti ed assolse, il non lieve compito, sotto l’infuriare della fucileria nemica e con rischio imminente di rimanere prigioniero con tutto il reparto affidato al suo comando.
Ritiratosi col 221° a Torcegno, raggiunse a Casa Bianca il 222° e dal comando di questo ebbe subito l’ordine di avanzare nuovamente fino al Costone del Salubio, con l’unico plotone del nucleo esploratori rimasto, per proteggere la ritirata di varie compagnie compromesse.
Compiuto con felice esito anche questo assunto, ritirossi ultimo senza perdite, per quanto poco mancasse che il nemico riuscisse a circondare il reparto.
Nel retrocedere, potè anche avvertire dell’arrivo del nemico, un Sottotenente comandante di una sezione mitragliatrici pistola che potè così salvare armi e munizioni.
Avanzata del 17 giugno
Nell’azione dimostrativa di quota 694, all’orchè i plotoni inviati all’assalto, venivano bersagliati da tiratori scelti nemici, che ne facevano strage e che invano era stato tentato di scoprire, il Sotto Brigadiere Discepoli, salì sul soffitto scoperto di una malga, e pur essendo fatto segno di nutrito fuoco di fucileria e benché ripetutamente invitato a discendere dal Comandante del Battaglione, rimase al suo posto fino a che non gli fu dato di scoprire un tiratore scelto nemico appostato in un cespuglio e non lo ebbe abbattuto.
In tal modo potè liberare la destra della posizione.
Malga Lunetta agosto 1916
Trovandosi al comando della Sezione Lanciabombe sotto l’infuriare del temporale, aveva ripetutamente colpita, con bombe incendiarie, una capanna ove era nascosta una sezione mitragliatrici nemica, senza però poterla incendiare a causa della intemperie. Viste in pericolo le trincee di prima linea, tenute da un reparto dell’84°, perché occupate da forze scarsissime ed insufficienti per respingere i ripetuti assalti nemici, di propria iniziativa, le rafforzò coi suoi lanciabombe contribuendo così a rendere efficace la resistenza del reparto.
Costone Cristodoro ottobre 1916
Una batteria nemica bersagliava con tiri precisi e micidiali, le trincee tenute dal 210 Fanteria. Vari esploratori erano stati inviati a scoprire la batteria ma non erano rientrati. Il Discepoli, ancora comandante della Sezione Lanciabombe, si offrì per tentare l’impresa e riuscì ad individualizzare così la batteria, come un reparto nemico posto a protezione della medesima, fornendo poscia al suo ritorno, che si effettuò fra il fischiar delle palle nemiche, così precise informazioni da permettere alla nostra artiglieria, di ridurre al silenzio i cannoni avversari e a disperdere il nucleo di truppa dopo pochi colpi.
(Per tale azione gli fu conferita la Croce Russa di San Giorgio di 3° Classe)